Prometeo e il furto del fuoco
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- E' molto bello, assomiglia a noi dèi. Va bene: gli darò il soffio della vita.
- Padre Zeus, lo sai che mi piace lavorare l'argilla. Guarda cosa ho creato: vorrei chiamarlo "uomo". Puoi dargli la vita?
- Che freddo che fa!
- Guarda là! Una tigre!!! Come facciamo adesso?!? Aiutooo!!!!
- Poveri uomini! Sono le mie creature: devo aiutarli!
- Non se ne parla! Il fuoco è solo per gli dèi!
- Zeus, gli uomini soffrono molto. Non hanno nulla, e non possono difendersi dalle bestie feroci. Perchè non gli diamo il fuoco?
- Sull'Olimpo il titano Prometeo mostra a Zeus le sue creature, gli uomini, che ha fatto con l'argilla.
- Devo fare pianissimo. Speriamo che Efesto non si accorga! In fondo, gli prendo solo una scintilla!
- Gli uomini ricevono la vita, ma non sono felici: le bestie feroci li attaccano e loro non hanno niente per difendersi. Prometeo vuole aiutarli e decide di andare da Zeus.
- Cos'è questo Prometeo? Ahi! Brucia!
- Certo che brucia! Si chiama fuoco! Serve per scaldarsi, per cucinare e per difendersi dalle bestie feroci!
- Zeus però non vuole.
- Nooooo! Ti prego, va' via! Aiutoooo!!!
- Prometeo decide di disobbedire e va nella fucina di Efesto a rubare il fuoco per portarlo agli uomini.
- Zeus si accorge che Prometeo ha disubbidito. Si arrabbia moltissimo e decide di punire Prometeo.
- La punizione è durissima: Prometeo è legato a una colonna e un'aquila verrà ogni giorno e gli mangerà il fegato per sempre.
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